La leggenda dello Yankee Stadium, seconda puntata: il memorabile discorso d’addio di Lou Gehrig che commosse l’intera America, il fuoricampo n.500 in carriera di Mickey Mantle, i 3 homers di Reggie Jackson su tre lanci consecutivi, i “perfect games” di Larsen, Wells, Cone

28 09 2008

di MAURIZIO ROVERI

Prosegue il nostro viaggio nel tempo, dentro quel grande romanzo che lo Yankee Stadium di New York ha scritto nei suoi 85 anni di vita. E’ il tributo di “Doubleplay” allo stadio più famoso del mondo, che venne inaugurato il 18 aprile 1923  e che ha chiuso i battenti il 21 settembre scorso. Dal 16 aprile 2009 gli Yankees entreranno in una nuovo modernissimo maestoso impianto, tecnologicamente all’avanguardia, sempre lì nel Bronx, di fronte alla 161.a Street, al fianco dell’Harlem River. Ma nessuno potrà mai dimenticare il fascino e la gloria di quel mitico Stadio che per 85 anni ha identificato la Casa degli Yankees, i vincitori di 26 World Series.
Anche in questa seconda puntata proporremo storie, curiosità, aneddoti. E un altro paio di vecchi filmati.
Nel primo filmato vedrete Lou Gehrig “The Iron Horse”, il re dei Gran Slam: il video comincia con quel suo memorabile discorso d’addio del 4 luglio 1939 che commosse tutta l’America e i sessantamila dello Yankee Stadium:  un mese prima gli era stata diagnosticata una sclerosi laterale amiotrofica. Sapeva che quella malattia non lasciava scampo. Gehrig, a testa basso ma fiero d’essere stato un campione degli Yankees, pronunciò queste parole: “Sapete ormai che per me è un brutto momento, ma voglio dirvi che oggi mi considero l’uomo più fortunato del mondo. Non ho avuto che bene dalla vita. Grazie”.
Lou morì all’età di 39 anni, il 2 giugno 1941.
Il secondo filmato propone un altro eroe “immortale” degli Yankees: Mickey Mantle (nato nell’Oklahoma il 20 ottobre 1931, morto a Dallas il 13 agosto 1995, all’età di 63 anni), devastante battitore ambidestro, tuttora recordman dei fuoricampo nelle World Series (18). Nonché dei punti battuti a casa (40), dei punti segnati (42), delle basi su ball (43), delle valide extrabase (26) e delle basi totali (123), sempre per quanto riguarda le World Series.

° Inaugurato nel 1923, lo Yankee Stadium venne sottoposto a diversi restyling negli Anni Trenta. E nel 1938 lo Stadio assunse la classica forma che avrebbe poi mantenuto per i successivi trentacinque anni. Le dimensioni del campo: 318 ft (96,9 metri) a sinistra; 399 ft (121,6 metri) sul centro-sinistra; 408 ft (124,3 metri da casabase) nella zona più profonda, cioè al centro; 385 ft (117,3 m) sul centro-destra e 314 ft (95,7 m) in campo destro.

° Nei suoi 85 anni di esistenza lo Yankee Stadium ha ospitato 6581 partite di regular season degli Yankees. Soltanto il Fenway Park di Boston, Wrigley Field a Chicago, Sportsman’s Park a St. Louis e il Tiger Stadium di Detroit ne hanno ospitato di più. Ma, in virtù delle frequenti apparizioni degli Yankees nelle World Series, lo Yankee Stadium ha ospitato 161 partite di postseason, più di qualunque altro stadio nella storia del baseball. Sono state ben 100 le gare di World Series che si sono giocate in questo prestigioso impianto newyorkese.

° Nove dei suoi 26 titoli sono stati vinti dagli Yankees allo Yankee Stadium: nel 1927, 1938, 1947, 1950, 1951, 1953, 1977, 1996, 1999.
Le altre squadre che hanno vinto la World Series giocando allo Yankee Stadium sono: St.Louis Cardinals nel 1926 e 1942; Brooklin Dodgers nel 1951 (la sola volta che i Dodgers hanno vinto il Campionato del Mondo prima del loro trasferimento a Los Angeles); i Milwaukee Braves nel 1957 (l’unica World Series vinta da Milwaukee), Cincinnati Reds nel 1976; Los Angeles Dodgers nel 1981; Florida Marlins nel 2003.

° Forse il momento più memorabile, più emozionante nella lunga storia dello Yankee Stadium è quello avvenuto il 4 luglio 1939, che venne definito come “Lou Gehrig Appreciation Day”.
Gehrig, costretto permanentemente fuori dai giochi a causa dell’insorgere d’una terribile malattia – la sclerosi laterale amiotrofica – che l’avrebbe portato alla morte, tenne prima d’una partita il suo famoso discorso “L’uomo più fortunato sulla faccia della Terra”.

° Molte partite destinate alla storia sono state giocate allo Yankee Stadium. Tutte le tre “Partite Perfette” lanciate da pitchers dei New York Yankees si sono verificate nella grande Arena del Bronx: Don Larsen confezionò il suo “perfect game” l’8 ottobre 1956 in gara5 delle World Series, mentre David Wells e David Cone realizzarono le loro prodezze rispettivamente il 17 maggio 1998 e il 18 luglio 1999.
Inoltre, hanno lanciato una “no hit” Monte Pearson, Bob Feller, Allie Reynolds, Virgil Trucks, Dave Righetti, Dwight Golden e lo straordinario Jim Abbott. Lo ricordate Abbott? Il pitcher mancino al quale mancava la mano destra, dalla nascita. Con una forza di volontà mille volte più forte dell’handicap che aveva, è riuscito a diventare un fuoriclasse del baseball. Giocava con un moncherino appoggiato al guantone destro. Lo abbiamo visto in Italia, ai Campionati Mondiali del 1988, con la Nazionale americana di college forse più forte di tutti i tempi (in quella squadra c’erano anche Tino Martinez e Robin Ventura). Una squadra di ragazzi di enorme talento, capace di tener testa agli esperti “maestri” cubani cedendo soltanto di un punto nella finalissima di Parma e a causa di un clamoroso errore arbitrale. Abbott e gli altri grandi “prospetti” di quel gruppo statunitense si presero la loro rivincita ai Giochi Olimpici di Seoul dove in finale sconfissero il Giappone. E fu il trampolino di lancio verso il mondo magico della Major League. E là, fra i grandi, il ragazzo con una mano sola è stato un protagonista. Una stella. Vi ha giocato per dieci anni, partendo dai California Angels e passando nel 1992 ai New York Yankees, poi Chicago White Sox, California Angels, Milwaukee.
Sicuramente il suo autentico “giorno di gloria” è stato il 4 settembre 1993 allo Yankee Stadium, il giorno della sua famosa no-hit. New York vinse 4-0 contro Cleveland. E Jim Abbott lanciò 9 inning, con 3 strikeout, 5 basi su ball, nessuna valida concessa e nessun punto subìto.
Ora Jim, personaggio famoso, tiene conferenze. E’ un gettonatissimo oratore.

° Numerosi fuoricampo storici sono stati battuti allo Yankee Stadium. Babe Ruth ha confezionato il primo homer dello Stadio il giorno dell’apertura. Ruth ha anche stabilito l’allora record di lega per il maggior numero di fuoricampo in una stagione (60) nel 1927, e Roger Maris avrebbe poi battuto quel record nel 1961 battendo allo Yankee Stadium il suo sessantunesimo homer stagionale proprio nell’ultimo giorno della stagione.
Nel 1967 il celebre Mickey Mantle realizzò il suo fuoricampo numero 500 in carriera. Chris Chambliss vinse con gli Yankees l’American League Championship Series del 1976 battendo un “walk-off” homer che scatenò un incredibile entusiasmo nella gente e migliaia di tifosi corsero in campo mentre Chambliss faceva il giro delle basi. Un anno dopo, nelle World Series del 1977, Reggie Jackson battè tre fuoricampo su tre lanci consecutivi nella partita che avrebbe chiuso la serie.
Nel 2001, sei settimane dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre, si giocarono allo Yankee Stadium tre partite di World Series dalla forte intensità emotiva. In occasione di gara3 il Presidente George W. Bush ha lanciato la prima palla, tirando uno strike. Nella quarta partita Tino Martinez ha battuto il fuoricampo del pareggio, contro Byung-Hyun Kim il closer di Arizona Diamondbacks, con 2 eliminati nella parte bassa del nono inning. Derek Jeter, poi, in quella gara ha prodotto il fuoricampo vincente agli extrainning, sempre contro Kim, guadagnandosi il nickname di “Mr November”. La notte successiva, quella di gara5, gli Yankees hanno replicato: Scott Brosius ha battuto il fuoricampo del pareggio, ancora contro Kim, con 2 eliminati al nono inning, lanciando la squadra sulla strada della vittoria.

(2 – continua)


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